ENZO FERRARI: UN SOGNO TUTTO ITALIANO
"Sono i sogni a far vivere l'uomo. Il destino è
in buona parte nelle nostre mani, sempre che sappiamo chiaramente quel che
vogliamo e siamo decisi ad ottenerlo".
Sembra
una delle tante frasi che provengono da oltreoceano, magari di un personaggio
come Martin Luter King, Steve Jobs, Walt Disney, prodotti della mentalità
tipica americana per cui tutto è possibile, basta crederci veramente.
Eppure,
come dimostra la storia dell'autore di questa frase, i sogni non si realizzano
solo in America, possono avverarsi anche in una piccola cittadina italiana
devastata dalle guerra.
Lui
è Enzo Ferrari, un grande genio, uno dei più grandi esempi di leadership che
l'Italia abbia mai conosciuto.
Enzo
Ferrari nacque a Modena nel 1898. Fin da giovane provò una forte attrazione per
il mondo delle corse automobilistiche, di cui entrò a far parte al termine
della prima guerra mondiale, prima come collaudatore e poi, dal 1919, come
pilota, ottenendo anche una serie di successi con cui attirò l'attenzione
dell'Alfa Romeo. Ma Enzo Ferrari era molto più che un pilota; si occupava anche
dello sviluppo e della messa a punto delle macchine e progressivamente questa
occupazione prese il sopravvento sulla prima.
"Per
me le corse sono una passione - disse in un'intervista - per altri sono solo
affari".
E
da questa passione per le corse nacque il suo grande sogno, che si realizzò nel
1929 con la fondazione della propria scuderia simbolicamente rappresentata dal
cavallino rosso.
Come
i grandi leader del passato Enzo Ferrari amava la battaglia.
Così
lo ricorda Mauro Forghieri, ingegnere capo dal 1959 al 1987:“Era più
forte nei momenti difficili che nella vittoria, era più forte nella sconfitta,
perché amava le corse”.
Enzo
Ferrari combatté con tutte le proprie forze nel 1944, quando la sua officina
venne distrutta dai bombardamenti.
In
quell'occasione disse:“Se riesco a salvare qualcosa, sono sicuro che un
giorno potrò dedicarmi esclusivamente alla costruzione delle macchine da corsa
e ogni domenica le mie macchine correranno contemporaneamente in uno o due
paesi nel mondo. Non vi sembra importante vincere una o due volte lo stesso
giorno?”
E
combatté perfino quando la Ford realizzò il motore Crosword, finché tornò a
vincere nel 1964 con la 158, considerata come un monumento alla sua tenacia.
A
tal riguardo un giornalista disse: " Ferrari si è arrabbiato e la rabbia
l'ha ringiovanito di dieci anni”.
Per
la verità nel petto di quest'uomo continuò a battere fino alla fine il cuore di
un giovane, mai sazio di ciò che poteva riservargli la vita.
Durante
un'intervista fatta quando ormai avrebbe potuto, data l'età, ritirarsi
dall'attività, alla domanda:"Qual è la macchina più importante che ha
costruito?", Enzo Ferrari rispose senza alcuna esitazione: "Quella
che devo ancora costruire".
Il
suo pensiero era sempre proiettato in avanti, più avanti degli altri, correva
più veloce della realtà. Ogni giorno avrebbe voluto inserire nelle proprie
macchine una novità. Seguire i suoi ritmi era spesso un'impresa alquanto ardua
per i suoi collaboratori.
Negli
ultimi istanti di vita si dichiarò onorato di tutti i riconoscimenti ricevuti
nel corso della propria carriera, ma disse che la soddisfazione vera era data
dalla constatazione di aver realizzato il proprio sogno e riconobbe parte del
merito di questo ai suoi collaboratori, che erano riusciti a capire i suoi
desideri.
Egli
scelse i propri collaboratori tra coloro che erano dei veri e propri leader nel
proprio settore, i migliori piloti e progettisti presenti sul mercato e pretese
da essi sempre il meglio.
E
di nuovo Ferrari rivive in questo ricordo di Forghieri:“Sapeva infondere
una grande carica a tutta la squadra. Spingeva tutti a credere nel risultato...
Era un sicuro punto di riferimento. Dopo una corsa andata male magari si
sfogava, ma subito dopo era come un padre che ci dava la forza per continuare,
per fare del nostro meglio”.
Idee
chiare, determinazione, tenacia e spirito di squadra, queste sono alcune delle
doti principali di un leader, che Enzo Ferrari seppe declinare in modo tutto
italiano, con vivacità ed ironia.
(tratto dal dvd Le grandi biografie della storia)
da Leader di te stesso
Nr. 24 del 23 dicembre 2005
Hrdonline.it e Robertore.com
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